Verso la fine dell’estate mi capita sempre
di fare il bilancio della mia vita. A volte capita
che mentre guido, ascoltando la radio, c’è quella
certa canzone che ti ricorda qualcuno o qualche
periodo della tua vita, note indelebili, catalogate
dalla mente. Sembra strano, ma è proprio così. Capita
anche coi profumi, gli odori. Mi è stato regalato, tempo fa,
un rossetto con l’astuccio dorato, il colore è arancio corallo che,
secondo la persona che me ne fece dono, si addice al
mio incarnato. Sembra un rossetto degli anni ’50, ma la
piacevole scoperta fu che quando lo aprii sprigionò quel
profumo che mi ricorda molto quello che usava mia madre.
Lo annusai per interminabili attimi e subito mi rividi bambina
con le mie sorelle… vezzose davanti allo specchio, con il
rossetto sbavato e quel profumo così buono… che credevo
non avrei mai più avuto l’opportunità di sentire. Già… ero
bambina ma quante cose sono cambiate, quante persone sono
entrate a far parte della mia vita, quante se ne sono andate,
quante ancora non ci sono più e quante nuove vite ho visto nascere.
nipoti, figli di amici e conoscenti… e poi la nascita di mia figlia.
Avrebbe dovuto nascere intorno al 14 febbraio, ma lei volle
nascere il 23. La notte prima aveva nevicato e verso l’alba,
visto che ero sveglia, sentii il vento di tramontana. Lei non
pensava minimamente a nascere; voleva starsene ancora
un po’ nel tepore del mio grembo. Ancora qualche ora e vidi
finalmente il suo visetto rotondo, quelle manine con le dita
troppo lunghe e così impacciate… poi incrociai i suoi occhi
mentre pareva piangesse tutto il suo disappunto, come
fanno tutti i neonati. Quel pianto però, è solo vita
prorompente che ha inizio in questo mondo.
Il bilancio dell’esistenza è da qui che comincia,
che noi lo vogliamo o no.
l.d.