Fino a qualche anno fa pensava che l’unica vera compagna
della sua vita fosse la sua solitudine.
Aveva provato a tradirla con la materialità della vita,
delle persone conosciute nel corso degli anni. Amici,
compagne, amanti, ma ogni volta, era come una strada
sconosciuta, dove per quanto tu faccia e aguzzi la vista,
non esiste un’indicazione, nessun cartello che ti dica
dove tu sia. Si perdeva ogni volta, ed ogni volta
non voleva ammettere, nemmeno a sè stesso,
la delusione. Così, l’andirivieni di situazioni,
scoperte gradite e non, stupori e amarezze
lo cristallizzarono in un presente fatto di passato,
di ricordi da cui era difficile districarsi.
Nelle sere d’autunno, spesso, aveva l’abitudine di
camminare in città, in quei vicoli dove, ormai, il giorno
aveva lasciato posto alla notte e al suo alone di
antichi misteri, giù per i borghi, che si vestivano
di umidità pre-invernale. In quei luoghi, una sera,
incontrò il nuovo sè stesso, capace di ributtarsi
nel vero presente, senza rimpianti per il passato,
per ciò che nel bene e nel male non sarebbe più
potuto tornare indietro.
Quella sera camminò senza fretta verso casa, certo che
da quel momento, qualcosa d’importante
sarebbe successo nella sua vita.
Un’inspiegabile leggerezza dell’animo lo pervase,
arrivò davanti alla porta di casa, ma prima di aprirla,
si voltò verso la strada, scrutò la via, le case di fronte.
Stette ancora un attimo ad assaporare
quel momento così unico e profondo pensando
che il domani avrebbe avuto un nuovo inizio
e nuove parole da scrivere nelle pagine della sua vita.
*Lorenza de Simone*