L’indagine sulla sparizione di Emanuela Orlandi – Cronaca ANSA

Questo articolo fa abbastanza luce sulla tragica vicenda. Mi sono poi sempre chiesta perchè diamine un criminale come De Pedis è sepolto accanto ai vescovi. Leggendo attentamente l’articolo dell’Ansa, c’è poco da immaginare. Grazie per averlo postato.

Mario Angelo🌳🌹

Perché sia fatta chiarezza su cosa sia successo realmente a Emanuela Orlandi dovrà accadere un terremoto che scuoterà il Vaticano nelle sue viscere fino a farlo scomparire dal mondo fideista!

La propaganda di testate come L’Osservatore Romano, L’Avvenire, subito si stanno muovendo nel tentativo di ingarbugliare la faccenda riportando lo sdegno per le “infamità irriferibili”, quelle relate da Pietro Orlandi fratello della vittima, con frasi come: “Cercare la verità non con i si dice” . Le infezioni della Santa Sede nel caso della cittadina Emanuela Orlandi (14 gennaio 1968 – 22 giugno 1983) sono molte e tra queste ci sono quelle contratte dai rapporti colla malavita romana. Questo è testimoniato dai fatti. Il boss della banda della Magliana, Enrico De Pedis detto Renatino, alla di lui dipartita fu sepolto nella Basilica di S.Apollinare: è un “si dice” o è certo che tale tumulazione sia stata concessa al malvivente per uno…

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Bellissima riflessione della psicologa Francesca Morelli

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Credo che il cosmo abbia il suo modo di riequilibrare le cose e le sue leggi, quando queste vengono stravolte e condivido con voi alcune riflessioni.
Il momento che stiamo vivendo, pieno di anomalie e paradossi, fa pensare…
In una fase in cui il cambiamento climatico causato dai disastri ambientali è arrivato a livelli preoccupanti, la Cina in primis e tanti paesi a seguire, sono costretti al blocco; l’economia collassa, ma l’inquinamento scende in maniera considerevole. L’aria migliora; si usa la mascherina, ma si respira…

In un momento storico in cui certe ideologie e politiche discriminatorie, con forti richiami ad un passato meschino, si stanno riattivando in tutto il mondo, arriva un virus che ci fa sperimentare che, in un attimo, possiamo diventare i discriminati, i segregati, quelli bloccati alla frontiera, quelli che portano le malattie. Anche se non ne abbiamo colpa. Anche se siamo bianchi, occidentali e viaggiamo in business class.

In una società fondata sulla produttività e sul consumo, in cui tutti corriamo 14 ore al giorno dietro a non si sa bene cosa, senza sabati né domeniche, senza più rossi del calendario, da un momento all’altro, arriva lo stop.
Fermi, a casa, giorni e giorni. A fare i conti con un tempo di cui abbiamo perso il valore, se non è misurabile in compenso, in denaro.
Sappiamo ancora cosa farcene?

In una fase in cui la crescita dei propri figli è, per forza di cose, delegata spesso a figure ed istituzioni altre, il virus chiude le scuole e costringe a trovare soluzioni alternative, a rimettere insieme mamme e papà con i propri bimbi. Ci costringe a rifare famiglia.

In una dimensione in cui le relazioni, la comunicazione, la socialità sono giocate prevalentemente nel “non-spazio” del virtuale, del social network, dandoci l’illusione della vicinanza, il virus ci toglie quella vera di vicinanza, quella reale: che nessuno si tocchi, niente baci, niente abbracci, a distanza, nel freddo del non-contatto.
Quanto abbiamo dato per scontato questi gesti ed il loro significato?

In una fase sociale in cui pensare al proprio orto è diventata la regola, il virus ci manda un messaggio chiaro: l’unico modo per uscirne è la reciprocità, il senso di appartenenza, la comunità, il sentire di essere parte di qualcosa di più grande di cui prendersi cura e che si può prendere cura di noi. La responsabilità condivisa, il sentire che dalle tue azioni dipendono le sorti non solo tue, ma di tutti quelli che ti circondano. E che tu dipendi da loro.

Allora, se smettiamo di fare la caccia alle streghe, di domandarci di chi è la colpa o perché è accaduto tutto questo, ma ci domandiamo cosa possiamo imparare da questo, credo che abbiamo tutti molto su cui riflettere ed impegnarci.
Perchè col cosmo e le sue leggi, evidentemente, siamo in debito spinto.
Ce lo sta spiegando il virus, a caro prezzo.

 

Francesca Morelli Psicologa – Psicoterapeuta – Terapeuta EMDR 

Combattere!

Parole preziose, da leggere attentamente.

Grazie infinite Dina!

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Emozioni: idee del cuore

Sono già state dette milioni di parole sul Coronavirus. La gente è confusa. Ha paura. Virologhi esperti da una parte e persone, dall’altra, che danno notizie senza averne la qualifica.

Noi operatori sanitari, invece, nel frattempo, saltiamo ferie, riposi , andiamo in altri reparti per far fronte alla varie necessità. Stiamo combattendo in trincea. Sudando sotto quei camici idrorepellenti, le mascherine, le visiere, i doppi guanti.

Nessuno molla! Chi ha figli piccoli a casa. Chi genitori anziani che non riesce ad andare a trovare alla casa di riposo, perché vietato.

Tutti!

Tutti disponibili e pronti ad aiutare. A dare un sorriso, sostegno, risposte ed aiuto. In prima persona perché tutto torni alla normalità.

Aspettando l’esito di un tampone, per condividere poi la gioia o smorzare l’ansia e l’inquitudine .

Vorrei ribadire di andare nei Pronto Soccorsi , solo se indispensabile. Mi raccomando!

Ribadisco.

Non intasate i Pronto Soccorsi. Assolutamente! Chiamate…

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Due video pesanti, ma così stanno le cose.

Da guardare su Youtube, cliccando: Capisco e desidero procedere.

E’ giusto sapere ciò che insabbiano.
Se è vero che siamo un paese democratico, abbiamo il diritto d’informarci e sapere cosa succede attorno a noi, riguarda tutti.
Non è politica, ma un sacrosanto diritto all’informazione reale e non edulcorata.

Il Miracolo

Da un articolo di Scienza e Conoscenza a firma di Carmen Di Muro, psicologa, psicoterapeuta (www.carmendimuro.com) che tratta il miracolo dal punto di vista scientifico traendone degli spunti davvero interessanti. – Alberto Lori –

 

 

 

Giornata della Terra 2017

MadreNatura

 

Rispettiamo Lei e rispetteremo

la Vita, la nostra, quella

dei nostri figli e quella

delle generazioni a venire.

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Gettando i rifiuti tossici lontano

da casa, non ci rende immuni

dal pericolo. Anzi, le sostanze tossiche

s’infiltrano nel terreno e successivamente

nelle falde acquifere che alimentano

gli acquedotti. Vanno nei fiumi, nel mare

dove ci bagnamo. Dove viene

pescato il pesce.

La stessa acqua viene utilizzata per

annaffiare le colture, il cibo

che mangiamo.

Stiamo soffocando la Terra

in tutti i sensi. Ma non è troppo

tardi per rimediare.

Noi e le generazioni future

ci meritiamo una Terra sana, bellissima e, molto,

dipende da noi.

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Roma: degrado in città, quando le aiuole diventano dicariche

Sforziamoci per poter avere

un mondo vivibile, perchè il mondo,

la Terra, comincia già fuori casa.

Se ogni giorno, ci lasciassero

in casa e fuori dal portone

spazzatura maleodorante, come

la prenderemmo? Ecco, la Terra la

prende allo stesso modo, ma non può

parlare. Può solo ribellarsi, e la

sua ribellione deriva sempre e comunque

dal nostro comportamento.

Si costruisce in luoghi non sicuri,

soffochiamo di rifiuti le dighe

che, spesso, mancano di manutenzione e, di

conseguenza, se le precipitazioni

abbondano la forza della Natura

diventa prorompente se non ha

via di sfogo.

Non prendiamocela con la Natura

piuttosto con chi non ha

criterio e con chi

specula sulla non correttezza

pur di arricchirsi.

Cerchiamo tutti di salvaguardare 

questo immenso patrimonio

chiamato Terra, ne va della

nostra vita, presente e futura.

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La Perfezione

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Quale miracolo di bellezza, perfezione e unicità nei cristalli di ghiaccio,

quale precisione, eccellenza, nei frattali in natura.

E da questo comprendo che le leggi del creato

seguono un disegno divino e universale, e non il caos

che deriva dalla confusione dell’approsimazione.

(Lorenza de Simone)

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